venerdì 4 maggio 2007

phone-center e razzismo

PREMESSE

L’inarrestabile flusso dei così detti extracomunitari, dai paesi poveri a quelli più ricchi, è conseguenza di una politica di dominio e di rapina capitalistica e imperialista.
Un flusso che sarebbe contenuto e puramente fisiologico, se non fosse per la gran richiesta di mano d’opera a basso costo e a copertura di lavori meno nobili o più faticosi, proprio da parte di chi ipocritamente chiede la condanna.
Spesso accusando la sinistra di favoreggiamento, ma che nella realtà, insieme con le istituzioni religiose, provano solo a frenare il degrado morale ed esistenziale.

PROBLEMA

La ridicola legge n.6 della regione Lombardia, voluta da fascisti (AN) e razzisti (LEGA), non hanno “palesemente” uno scopo di miglioramento: i potenziali clienti dei phone-center sono extracomunitari di cui nessuno si occupa in quali situazioni fatiscenti vivono, ma ci si preoccupa che abbiano due toilette (una per handicap), una sala d’attesa e un ambiente accogliente quando vanno a telefonare.
Buffoni!!!
Probabile invece si tratti di mettere bastoni fra le ruote, per favorire gruppi industriali in grado di creare centri molto attrezzati e più economici con favori dall’alto per la creazione di un business.
Ciò butterà sul lastrico tante persone che hanno scelto una via legale per vivere da noi e con tanti sacrifici. La legge è retroattiva e quindi l’eventuale investimento sarà perduto e non risarcito.
Questo non porterà certo maggiore sicurezza ai cittadini. Perché la tentazione a sopravvivere con sistemi illegali sarà moltiplicata con buona pace di tanta auspicata sicurezza.


LETTERA APERTA

Sta passando “in sordina” un provvedimento di una gravità paragonabile solo a quella in cui nel periodo fascista, furono promulgate leggi per la chiusura di ogni attività gestita da cittadini Ebrei.
La regione Lombardia, con la firma di Formigoni, promulga la legge N. 6 del 3 Marzo 2006, che prevede imponenti obblighi ai titolari di negozi con cabine di telefonia fissa, generalmente gestiti da cittadini stranieri, ma non solo.
Imposizioni generalmente insostenibili, sia per la mancanza di spazio oggettiva, sia per gli oneri aggiuntivi ad una situazione gia precaria per concorrenza e per mutui o debiti gia intrapresi per aprire l’attività.
Come cittadino Italiano, chiedo, come può uno Stato sovrano e democratico accettare che una Regione possa indipendentemente promulgare una legge:
Pericolosa- perché crea un precedente nel quale un politico col suo potere può decidere impunemente della vita altrui. In questo caso, facendo una similitudine, è come chiedere un “ pizzo” per continuare a lavorare o “sparare alle gambe” di chi vuol vivere onestamente.
Inutile- perché difficilmente quei clienti, di cui non credo che i relatori della legge siano interessati al decoro delle loro vite private, sentiranno il bisogno di toilette super sterilizzate con sala d’attesa di nove metri e cabine da 1mq.
Dannosa- perché manderà sul lastrico tante persone.
Controproducente- perché favorirà l’illegalità, colpendo proprio quelle famiglie che hanno voluto vivere onestamente nel nostro paese. Forse si salveranno proprio quelli che potranno sostenere la spesa aggiuntiva con attività illegali.
Vessatoria- perché il tipo d’attività non giustifica le costose pretese della Regione.
Razzista- perché in definitiva colpisce solo gli stranieri e ne è palesemente l’unico scopo.
Discriminatoria- perché si potrebbe fare un elenco lunghissimo di esercizi, anche di grandi dimensioni, che non hanno obblighi in tal senso (supermercati, chiese, uffici postali, banche). Senza considerare che i telefoni pubblici italiani, generalmente, sono dislocati all’aperto, in una nicchia e inutilizzabili quando piove, non illuminati e inutilizzabili al buio e spesso guasti o sporchi.
Retroattiva- perché si rivolge a chi l’investimento lo ha fatto prima che uscissero le nuove direttive;
se si voleva frenarne la diffusione, bastava bloccare le nuove licenze.
Illiberale- perché nel momento che si sbandierano liberalizzazioni del mercato, a loro s’impedisce la vendita di accessori inerenti, la money transfert, la spedizione dei pacchi e se ne riduce gli orari d’apertura.

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