domenica 17 febbraio 2008

Milano di giorno

Il Comune di Milano nega iscrizione alle scuole materne ai bimbi figli di immigrati che non hanno ancora il permesso di soggiorno


Per la grande richiesta di mano d’opera a basso costo, abbiamo i nuovi schiavi in parcheggio. Sono i cosiddetti irregolari, perché non hanno ancora il permesso di soggiorno. Ai quali, quando sarà il momento e quando ci farà comodo, daremo la patente di esseri umani.
Sono arrivati, spesso sfidando rischi enormi e pagando, ma chi ce l’ha fatta (i più forti e i più fortunati), ora sono lì in attesa di essere sfruttati per i mestieri più umili e gravosi.
Non dimentichiamoci che se non fosse per chi li cerca per sostituirli a noi per risparmiare, starebbero a casa loro.
Ma i bambini, inconsapevoli vittime delle nostre nefandezze, in una società appena un po’ civile, non dovrebbero essere puniti per gli errori dei propri genitori. Se si può chiamare errore la ricerca di un’esistenza più decente per i figli, lontano dai loro paesi martoriati da un’infame economia di mercato.
Ma, se per una strumentale e pretestuosa esigenza di legalità, si devono emarginare dei piccoli innocenti, perché non farlo anche con i figli dei pregiudicati, delle puttane o degli indagati. In quest’ultimo caso neanche un eventuale pargolo della “signora” Moratti avrebbe diritto all’asilo. IRO BAZZANTI 17-02-2008

PROMEMORIA da MILANO 2.0- 29-11-07
Vi ricordate le maxi consulenze pagate dalla Moratti a 91 presunti professionisti (molti neanche laureati), quasi tutti ex candidati del centrodestra che non hanno superato le elezioni? Ebbene, pare proprio che l’inciucio non sia piaciuto alla Corte dei conti della Lombardia che sta per chiudere la «vertenza» sulle maxi consulenze.
La procura si appresta a contestare formalmente al sindaco un danno alla casse del Comune pari ai due milioni e mezzo di euro: gli stipendi percepiti dai consulenti fino ad oggi.
Ovviamente tutti gli assunti con maxi stipendi sono soprattutto ex candidati di centro-destra “trombati” alle elezioni (anche di altre regioni). Oltre alla vertenza che pende come una ghigliottina sulla testa della Moratti, è stata aperta anche una bella inchiesta penale per abuso d'ufficio.
La signora Moratti rischierebbe di dover sborsare di tasca propria il danno subito alle casse comunali. L'esposto riguarda 63 assunzioni esterne, 54 delle quali nel ruolo dirigenziale per pagare le quali, secondo i calcoli dei consiglieri di minoranza, il Comune dovrà affrontare fino al maggio 2011 — quando le consulenze scadranno insieme con la giunta — una spesa di 9 milioni e 20 mila euro, di cui 8 milioni e 56 mila per i soli dirigenti con una media di stipendio dai 140 ai 190 mila euro.
Ma veniamo alle presunte irregolarità.
La maggior parte degli assunti non è laureata. Uno scoglio che parrebbe insormontabile, ma che è stato abilmente bipassato da una modifica introdotta tre giorni prima del varo delle consulenze.
Un “ritocchino” del regolamento comunale che autorizza, anche in mancanza del titolo universitario, il conferimento di incarichi dirigenziali e di alta specializzazione con contratto a tempo determinato a «soggetti esterni di particolare e comprovata qualificazione professionale che possano sopperire alla mancata formazione universitaria».
Un cambiamento che secondo gli investigatori contabili sarebbe illegittimo, dato che discosterebbe il regolamento comunale dalle leggi nazionali. L'indagine si è soffermata particolarmente sull’ufficio stampa del Comune dove risulterebbe il maggior numero di presunte irregolarità.
Il caso emblematico: la qualifica di vice capo servizio di un fotografo assunto a poco meno di 80 mila euro lordi l'anno. Non male per uno che come unica esperienza vanta di essere stato «fotografo personale di Letizia Moratti» dal dicembre 2005 al giugno 2006 durante la «campagna politica», come scritto nel curriculum allegato alla delibera d'incarico.
In altri paesi una notizia del genere avrebbe fatto tremare le poltrone di Palazzo Marino, magari tutto questo avrebbe portato alle dimissioni del sindaco, reo di favoreggiamento e di regalare incarichi facili e soldi facili. Tante domande meriterebbero risposte chiare. Questi consulenti lavorano davvero? Sono pagati davvero in base alla loro capacità e al lavoro che sono stati chiamati a fare?
Dalla lettura dei Curriculum pubblicati la risposta sembrerebbe essere negativa. Rimane il fatto che il malcontento è forte, a livello nazionale e locale. Se davvero Milano si vanta di essere “la capitale Morale del paese” è bene che qualcuno prenda seri provvedimenti.
Intanto è legittimo chiedersi cosa escogiterà il pool degli “uomini marketing” della Moratti per far fronte a questa ennesima figura barbina, dopo la pubblicazione dei redditi dei consiglieri comunali. Si correrà ai ripari mettendo le webcam negli uffici comunali o in quelli dei consulenti per monitorare il lavoro?

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