sabato 7 febbraio 2009

ELUANA ENGLARO

Uno dei problemi psicologici più diffusi per chi ha una mentalità conservatrice, cosiddetta di destra, consiste nell’incapacità di fare, attraverso il pensiero astratto, delle "proiezioni".
Un po’ come un bambino che, senza riflettere, afferra il suo giocattolo caduto nel fuoco, senza pensare alle conseguenze.
Per questa ragione, l'uomo di destra, non inorridisce davanti all'annuncio di un’invasione militare.
La sua mente non "proietta" e quindi non riesce a immaginare le conseguenze:
Il terrore di una famiglia che sente passare dei bombardieri e non sa se la bomba cadrà sulla sua casa. Il dramma di vedere i propri figli o i propri cari dilaniati da un’esplosione. Le incursioni di fanatici soldati in casa con sequestro per interrogatori e torture e un’infinità di tremende situazioni, facilmente immaginabili da chi ha quella funzione celebrale normalmente sviluppata.
L'uomo di destra, non analizza, ma si schiera, proprio come nei confronti di una squadra di calcio.
La stessa mentalità di destra che relegò in campi di concentramento, torturò e sterminò gran parte del popolo ebraico, ora comprende morti e macerie provocate dai dirigenti israeliani nei territori occupati.
Come nel calcio, quello che fa la squadra del cuore è giusto e l'avversario sbaglia.
Pochi mesi fa, la Georgia, filo USA, attacca l'Ossezia provocando circa 2000 morti civili, radendo al suolo la capitale e costringendo alla fuga 34000 persone. La Russia blocca immediatamente l'assedio intervenendo militarmente e provocando 200 morti tra i soldati aggressori.
Le condanne dell'uomo di destra si rivolsero subito verso la Russia che secondo loro avrebbe reagito in modo esagerato.
Ma non hanno trovato esagerata la reazione degli "occupanti" Israeliani, che hanno provocato più di mille morti di cui 400 bambini, in risposta al lancio dei "missili" degli "occupati" Palestinesi che ha provocato in totale una decina di morti.
Contemporaneamente sono impegnatissimi nel difendere la vita di esseri umani praticamente già morti, perché in coma o mantenuti in vita artificialmente con sonde e alimentazione forzata, che la natura avrebbe già sollevato dall'inutile sofferenza.
Anche in questo caso, la scelta non è razionale, ma di appartenenza.
In realtà, chi non si scompone davanti all'orrore di tanta gente uccisa o mandata a morire, non è credibile che si commuova a tal punto da voler preservare la vita di chi è già praticamente morto o di chi, nel caso dell'aborto, deve ancora nascere.
Per quanto mi riguarda, spero di non avere troppa capacità di "proiezione" immaginando che chi è in coma, potrebbe avere una parte di cervello ancora in funzione e magari proprio quella relativa alla percezione del dolore. Sarebbe veramente tremendo, che, magari per svariati anni, siano costretti a una sofferenza continua, ma impossibilitati a comunicarcelo per via dei muscoli, magari contratti e bloccati in una sorta di placido sorriso.
Sarebbe una tortura pazzesca alla quale sarebbero o potremmo anche noi malauguratamente essere costretti contro natura e contro la nostra volontà, da ottusi integralisti, ma perfettamente in linea con la "non cultura", sadica, di destra.

1 commento:

Gaspare Serra ha detto...

ELUANA ENGLARO: FINE DI UNA LUNGA PRIGIONIA …
Un solo pensiero: “silenzio”, e vergogniamoci tutti!


In queste ore, dopo diciassette anni dall’incidente d’auto che l’ha catapultata su di una dimensione di vita completamente diversa da quella precedente, sta per scriversi la parole “fine” sulla tragica vicenda di Eluana, “doppiamente vittima”:
- sia di un destino nefasto
- che di un ordinamento in grado di trasformare la sua umana disgrazia in una interminabile condanna!

Non ci sono parole per commentare l’arroganza, la crudeltà, il disprezzo con cui si è trattata la vicenda da parte del mondo dell’informazione, di certa politica asservita alle logiche dell’opportunismo e delle autorità vaticane, tutti insensibili di fronte al calvario di una donna ed al dolore di una famiglia che, in ogni caso, ha mostrato un enorme senso della dignità!

Di fronte al susseguirsi di manifestazioni di fronte la clinica “la quiete” (gridando slogan contro l’ “assassinio” di Eluana), davanti ai teatrini televisivi occupatesi abbondantemente (specie “faziosamente”) del caso Englaro, dopo le esternazioni di certa politica ostinatasi in tutti i modi ad ostacolare il percorso verso la fine della vita deciso da Eluana (anche forzando le proprie attribuzioni costituzionali e minacciando le cliniche private a non intervenire con ripetute circolari ed ispezioni ministeriali), resta da chiedersi soltanto:
- quando si terrà conto del dolore della famiglia Englaro?
- e quando si ammetterà che (condivisa o meno) quella che si sta realizzando è solo la libera manifestazione di volontà di una persona?
Si parla tanto di “omicidio” ma l’impressione che si ha è che l’unico abuso e violenza che si è perpetuata in questi diciassette anni è quella compiuta dallo Stato contro Eluana, costretta a vivere da “prigioniera” in un corpo inerme benché avesse manifestato la volontà di preferire la morte a tale umiliante condizione!

E’ quasi sovraumana la forza d’animo e la dignità con cui la famiglia Englaro ha sopportato il “linciaggio mediatico” che ha dovuto e sta continuando a subire, fino all’infame offesa del presidente del Consiglio di volersi “liberare da un impaccio”!
Peppino Englaro avrebbe potuto, in questi anni, ricorrere alla compiacenza dei medici per ottenere quello che tutti sanno e nessuno dice che avviene in Italia: un’eutanasia illegale, nel silenzio di una clinica, secondo la volontà della figlia. Invece no. La famiglia Englaro si è battuta caparbiamente, ricorso dopo ricorso, per ottenere “di diritto”, legalmente ciò che avrebbe potuto ottenere con altri mezzi!
In diciassette anni nemmeno una foto, un’immagine di Eluana (nelle vere condizioni in cui si ritrova) è trapelata dalla famiglia, anche se la forza mediatica delle immagini si sarebbe potuta strumentalmente usare per conquistarsi il rispetto anche dei più scettici. Eluana la ricorderemo bella e sorridente come quando, 21enne, sognava un lavoro che le permettesse di viaggiare e conoscere il mondo, anche se di quella ragazza, oggi, non è rimasto che un corpo disarmato non in grado di relazionarsi con quel mondo che tanto avrebbe voluto conquistare …

Non solo gli attacchi personali alla famiglia. Per fermare la naturale fine di Eluana si è reso il suo caso umano argomento di mero scontro politico, fomentato dagli estremi tentativi del Governo di forzare la mano:
- minacciando con tracotante arroganza le cliniche private con ripetute circolari ed ispezioni ministeriali, al fine di impedire l’esecuzione di un decreto della Magistratura (in parte riuscendovi)
- adottando un decreto legge “salva-Englaro” palesemente anticostituzionale, nonostante il monito del Presidente della Repubblica
- e, per ultimo, minacciando l’approvazione di una legge sul Testamento biologico in soli due/tre giorni, cioè contro ogni prassi costituzionale, impedendo ogni forma di dibattito delle due Camere su un disegno di legge così delicato e svuotando l’autonomia e la sovranità del Parlamento!

Una volta chiusa la parabola umana di Eluana, allora si la politica dovrebbe intervenire coprendo il vuoto legislativo presente con una legge sul Testamento biologico. Quella prospettata dal Governo, però, è la “peggiore soluzione possibile” (tanto da far preferire la situazione attuale, in cui la giurisprudenza della Cassazione riconosce già, di fatto, valore alla manifestazione di volontà della persona).
La legge sul Testamento biologico che si vuole approvare è una grave lesione della Costituzione, della libertà della persona e della dignità umana! Il d.d.l. stabilisce, infatti, arbitrariamente:
1- che l’alimentazione ed idratazione artificiale “non è” una forma di trattamento sanitario
2- e che nessuno (ed in nessun caso) può rinunciare alla stessa.
Tradotto, ciò vuol dire che nessuna persona che si trovi in condizione di “stato vegetativo persistente” (SVP) avrà più diritto (come attualmente sancito dalla giurisprudenza) a manifestare in tempo la propria volontà di non voler sottostare ad alimentazione ed idratazione artificiale “a tempo indeterminato”.
Perché una simile normazione è inaccettabile?

I- perché non è vero che chi si trovi in SVP viva “naturalmente” e necessitando solo di alimentazione ed idratazione forzata: Eluana, per non morire, riceve quotidianamente una serie di farmaci (ad esempio, per evitare il rischio di trombosi) e, in caso di infezioni, riceve gli antibiotici necessari a che la stessa non la porti alla morte.

II- l’art. 32 Cost. stabilisce:
1- che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”
2- e che “la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.
Anche ammettendo che l’alimentazione e l’idratazione forzata siano un trattamento sanitario, nelle condizioni in cui si trova Eluana imporre “a tempo indeterminato” tali cure (non riconoscendo in alcun modo al soggetto la possibilità di manifestare il proprio dissenso) vuol dire non riconoscere alla persona la libertà di stabilire, in piena coscienza e secondo le proprie convinzioni, fin quando la sua vita è considerata degna di essere vissuta!
Come qualsiasi persona cosciente ha diritto, ex art. 32 Cost., a rifiutare “qualsiasi” trattamento sanitario (anche vitale, ad esempio un’amputazione), lo stesso diritto deve essere garantito a chi, pur ritrovandosi in SVP, si è espresso sul tema coscientemente e chiaramente quando era ancora possibilitato a farlo!

Una proposta normativa sul testamento biologico largamente condivisibile è, invece, quella da tempo presentata dal senatore Ignazio Marino (visionabile su: http://www.ignaziomarino.it/pages.asp?cat=10).

La “libertà”, in una società civile e democratica, è il valore di fondo che deve tenere insieme tutta la Comunità, il collante di una società multiculturale. Invece una certa cultura liberticida, statalista e anti-democratica prevalente nel nostro Paese pensa che il modo migliore per far valere le proprie idee sia “imporle” anche a chi non le condivide, mostrando (proprio per questo) di non credere per prima nelle stesse!
Un Paese è civile quando, su temi etici così delicati:
- garantisce ad ogni persona la libertà di formarsi un proprio convincimento
- e tutela il rispetto delle posizioni di ognuno (per intendersi: chiunque la pensi diversamente da Eluana deve avere garantito il diritto alle cure e ad un’assistenza piena ed effettiva sempre e comunque!)

Un legislatore “laico”, intervenendo su tematiche destinate a dividere comunque le coscienze, dovrebbe “senza timori” rispettare le posizioni di tutti: credenti, non credenti e “diversamente credenti”. L’idea aberrante che prevale, invece, è che si possa approvare una legge sul Testamento biologico con la stessa spavalderia con cui si approva (anche in ciò, in realtà, sbagliando) qualsiasi altra “leggina”, ossia:
- privando il Parlamento (che nella sua pluralità è espressione di tutta la Società italiana e che detiene la Sovranità popolare) del tempo necessario ad una dovuta riflessione sul tema
- e facendo valere solamente la cieca forza dei numeri (non tenendo conto delle minoranze).
Ma su temi che coinvolgono “la vita” e “la morte” di ogni persona, la forza dei numeri delle maggioranze non basta a legittimare le scelte! Occorre, invece, far valere il diritto di ogni persona di decidere “da sé e per sé” fino a quando la propria vita è da considerarsi degna d’essere vissuta.

Spetta ad ogni persona decidere fino a quando ritenere sopportabile subire trattamenti invasivi del proprio corpo per opera di mano altrui. Tocca a ciascuno di noi stabilire:
- quando, persa ogni facoltà motoria e/o psicofisica, si ritiene di essere caduti al di sotto della soglia minima di dignità (non può essere il legislatore a scegliere per tutti!)
- e se, superata tale soglia individuale, è preferibile lasciarsi morire.

A prescindere da ogni legge, allo stato attuale per Eluana dovrebbe prevalere solo il sentimento di “umana pietà” e di rispetto verso una sua personale scelta (condivisa o meno che sia). Ogni altra parola o fatto rischiano solo di essere inappropriati.


BLOG “SPAZIO LIBERO”
(http://spaziolibero.blogattivo.com)